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Baba Story: un’occasione persa. Ram Avatar

«Storie di Guru»

Baba Story: un’occasione persa. Ram Avatar.

Shrii Shrii Anandamurti

Un margi (1) molto povero, Ram Avatar, veniva da un villaggio sperduto del Bihar. Nessuno sapeva nulla di lui. Era stato iniziato da un A’charya(2) tanto tempo fa. Dopo la sua iniziazione non vide più il suo A’charya, perché stava in un villaggio veramente sperduto.

Dopo la sua iniziazione prese a praticare Sadhana(3) in maniera molto diligente, faceva un intenso Sadhana molto sinceramente mattino e sera, per alcune ore consecutive. Visto che nessuno andò mai a trovarlo, non era a conoscenza del fatto che Baba (Shrii Shrii Anandamurti) avesse introdotto il Kiirtan(4) nella nostra pratica spirituale.

Un giorno, mentre stava seduto in meditazione, Ram Avatar sentì una splendida voce cantare nella sua mente “Baba Nam Kevalam“. Gli piacque così tanto quello che sentiva, che da quel giorno in poi cominciò a cantare “Baba Nam Kevalam” fra sé e sé. Ogni qual volta andava al lavoro nella fattoria, cantava “Baba Nam Kevalam”. In casa faceva lo stesso. Sentendolo, la gente attorno a lui rideva. Durante la sua meditazione, inoltre, vedeva un viso molto attraente sorridergli.

Ram Avatar aveva due figli e una moglie, ma li aveva persi tutti nel giro di due anni. Nonostante avesse passato questa tragedia personale, fece la sua meditazione due volte al giorno molto sinceramente, senza fallire.

Un giorno venne a sapere che Baba sarebbe venuto per un DMC (Dharma Chakra)(5) in un posto vicino. Ram Avatar voleva prender parte al programma spirituale per vedere Baba. Quindi partì dalla sua casa per andare al DMC. Camminò per circa due ore partendo dal suo remoto villaggio prima di raggiungere la strada principale, dove pensò che Baba e il suo entourage sarebbero di sicuro passati. Aspettò molto a lungo con alcuni fiori per Baba in mano; ma non passò nessuno. Aspettò per circa tre ore sul ciglio della strada. Dopo un’attesa così lunga cominciò a sospettare che non avrebbe avuto nessuna chance di vedere Baba.

Dopo ancora un po’ di tempo vide qualcuno avvicinarsi con una motocicletta. Sulla moto c’era una bandiera con il Pratik(6). Ram Avatar fermò il mezzo e chiese «Stai per caso andando ad un evento particolare?». Il motociclista si accostò e chiese, di rimando «Chi sei?». Ram Avatar rispose «Ho imparato il Sadhana di ananda marga e mi è stato detto che Baba passerà per questa strada». Il motociclista confermò: «Si, è vero, anche io lo sto aspettando, faccio parte della sua scorta».

Nel frattempo l’auto di Baba si stava avvicinando. Baba disse al suo segretario personale di fermare l’auto, perché qualcuno, che non avrebbe potuto permettersi di andare nel luogo del DMC, lo stava aspettando da parecchio tempo sulla strada.

Quando l’auto si fermò, videro un uomo vestito con abiti lisi aspettare sul ciglio. Baba lo salutò per nome, «Ram Avatar». Quando Ram Avatar vide Baba, fu sorpreso: era lo stesso viso sorridente che aveva visto durante la sua meditazione. Sentendo Baba pronunciare il suo nome pensò «Com’è possibile che Baba conosca il mio nome?».

Baba chiese: «Ram Avatar, come stai?».

Ram Avatar rispose «Baba, sto bene».

«Stai facendo il Sadhana correttamente?», gli chiese Baba.

Ram Avatar rispose: «Si, Baba. Ci provo».

Dopo questo breve scambio di parole l’auto di Baba stava per ripartire. Ram avatar stava pensando a come avrebbe potuto offrire a Baba i fiori che gli aveva portato.

Proprio allora Baba disse: «Ram Avatar, perché stai tenendoti i fiori che hai portato per me?».

Ram Avatar rispose: «Baba, sono tutti appassiti. Come potrei offrirteli?».

Quindi Baba disse dolcemente «Qualsiasi cosa tu abbia, dammela pure».

Così Baba accettó I fiori e disse: «Ram Avatar, appena troverai del tempo, prova a venire da me».

Ram Avatar rispose: «Baba, non posso permettermi di andare così lontano, non ho abbastanza soldi». Baba gli sorrise dolcemente e prosegui il suo viaggio.

Da questo giorno in poi, Ram Avatar divenne maggiormente sincero nelle sue pratiche spirituali. Dedicò ore ed ore al suo Sadhana e come risultato ebbe molte splendide esperienze spirituali. Durante la sua meditazione vide molto spesso una manifestazione splendente di luce. Vedeva sé stesso come una piccola scintilla di luce, e poi vedeva una grande colonna di luce estremamente splendente. Quindi la scintilla di luce si immergeva nella grande colonna di luce e cadeva in una intensa trance di beatitudine spirituale, dimenticandosi del mondo esterno. Ebbe delle esperienze spirituali così belle durante le sue pratiche. Non capendo la natura di tali profonde esperienze spirituali, era preoccupato che qualcosa in lui fosse sbagliato. Allo stesso tempo si sentiva molto benedetto.

Un giorno a Kolkata, Baba disse a un Dada(7): «Ho un devoto speciale in un piccolo villaggio. Va laggiù e informami su come sta». Baba diede quindi istruzioni per trovare il villaggio in cui viveva il devoto. Il villaggio si trovava nel Bihar, molto lontano da Calcutta.

Nel frattempo, Dada si stava chiedendo come avrebbe fatto a trovarlo, visto che non sapeva chi fosse. Aveva solo le indicazioni per il suo villaggio.

Quindi, seguendo le istruzioni di Baba, dapprima viaggiò in treno, poi per molte ore dovette usare il bus. Quando l’autobus stava per arrivare vicino al villaggio, chiese a qualcuno dove fosse situato il villaggio, e quella persona rispose che il villaggio era molto lontano da quel luogo, quasi sette chilometri. Chiese al Dada come poteva arrivarci, visto che l’unico modo era a piedi. Chiese anche al Dada chi voleva vedere in un luogo cosi remoto. Dada spiegò che voleva visitare un grande devoto di Baba, e che Baba voleva sapere come stesse. Il Dada nella sua mente, pensò che il devoto in questione dovesse venire da una famiglia importante di quella zona, altrimenti perché Baba avrebbe dovuto mandarlo tanto lontano in una regione così remota?

Quindi Dada si incamminò in direzione del villaggio. Dopo aver camminato a lungo, Dada chiese di nuovo a qualcuno incontrato lungo la strada dove si trovasse il villaggio. Sorpreso che il Dada andasse in un posto tanto remoto lo straniero gli chiese chi volesse incontrare. Quando il Dada menzionò il suo nome, quella persona disse di non sapere chi fosse Ram Avatar. Quindi diede al Dada un’indicazione per il villaggio, e Dada continuò dritto secondo la direzione ricevuta dallo straniero.

Dopo aver camminato un altro po’, un’altra persona andò incontro al Dada e chiese «Swamiji, chi stai cercando?».

Quando Dada disse il nome, egli fu sorpreso, disse «Ram Avatar? C’è un operaio nel villaggio che porta quel nome. Non si comporta come una persona normale. A volte canta e balla. Canta sempre qualcosa come Baba Nam Kevalam anche mentre lavora». Dada andò quindi avanti.

Quando Dada raggiunse il villaggio, erano circa le 8.30 di mattina. Un vicino di Ram Avatar indicò al Dada la casa e gli disse di bussare alla porta. Quando Dada bussò, Ram Avatar, che era vestito con abiti semplici da villeggiante, aprì la porta. Quando vide il Dada immediatamente toccò i suoi piedi con riverenza e chiese: «Dada, come è possibile che tu sia arrivato aino a qui? Nessuno mi conosce».

Nella sua mente Dada stava pensando, «È solo un semplice paesano. Perché Baba mi ha fatto fare tutta questa strada per vederlo? E perché Baba vuol sapere come sta?».

Dada rispose, «Ram Avatarjii, Baba mi ha dato spiegazioni precise per raggiungere casa tua, così non ho avuto problemi a cercarla».

Del tutto sorpreso Ram Avatar chiese «Dada, com’è possibile? Ho visto Baba solo per pochi minuti. Com’è possibile che Baba sappia tutto di me?».

Dada rispose «Si, Baba mi ha detto tutto. Ma sono molto stanco adesso. Voglio riposare un po’».

Ram Avatar disse, «Dada, sto andando al lavoro nei campi, se non lavoro non potrò guadagnare soldi e mantenermi».

Offrì a Dada un bicchiere d’acqua e un pezzo di jaggery (zucchero di canna) e andò a lavorare. Dada prese il cibo e il bere offertigli e, quindi, cercò dove riposare. Vide una branda sotto un albero e si coricò.

Dopo parecchie ore Ram Avatar tornò dal lavoro. Era sudato a causa del duro lavoro nei campi e vide che Dada stava dormendo sulla branda, cosi si fece un bagno; dopodichè massaggiò i piedi del Dada perché doveva essere molto stanco per il lungo viaggio. Quindi chiese al Dada, «Dada, hai già fatto un bagno?

«Si, ho fatto un bagno ed anche Sadhana».

Quindi Ram Avatar si scusò ed andò a preparare un po’ di cibo per dada ed entrambi mangiarono assieme.

Dopo il pasto disse al Dada, «Dada, riposati ancora un po’, io torno al lavoro».

Così, Ram Avatar se ne andò e tornò soltanto a tarda sera. Chiese al Dada se potessero fare Sadhana assieme, perché voleva raccontare al Dada le sue esperienze spirituali. Entrambi si sedettero in meditazione. Dopo il Sadhana, Ram Avatar descrisse le sue esperienze al Dada. «Negli ultimi due anni, ogni volta che mi siedo per fare Sadhana, che sia la mattina, la notte o la sera, dopo un po’ un corpo di una luce molto luminoso appare davanti a me, dd io divento una piccola scintilla. E poi la scintilla si fonde nella Luce, e dopo di ciò non so cosa mi succede, ma sono davvero colmo di beatitudine quando torno di nuovo nel mio stato normale».

Dada era sorpreso di questa rivelazione. Pensò «Questa è l’esperienza di un Nirvikalpa Samadhi(8). Perciò Ram Avatar deve aver vissuto un Nirvikalpa Samadhi. Se è così, è davvero fortunato».

Dada restò con Ram Avatar per alcuni giorni. Ogni qualvolta facevano Sadhana, Dada lo completava in un’ora, mentre Ram Avatar rimaneva seduto in meditazione molto più a lungo, ed era assorbito sempre nelle stesse esperienze. Dopo la sua meditazione Ram Avatar si alzava, cucinava,  ed entrambi mangiavano insieme. Ram Avatar raccontò al Dada di molte esperienze spirituali diverse avute durante il Sadhana. Dada pensò «Queste esperienze sono molto rare, possono esser provate solo da chi ha raggiunto lo stato di Nirvikalpa Samadhi».

Dada sviluppò molto rispetto per Ram Avatar, malgrado i suoi sospetti iniziali dovuti al suo aspetto molto umile.

Il terzo giorno Dada disse a Ram Avatar «Ora dovrei andare, devo riferire tutto a Baba».

Ram Avatar accompagnò Dada ai margini del villaggio, e con le lacrime agli occhi gli fece i suoi saluti.

Dopo due giorni di viaggio per tornare a Calcutta, quando il Dada riuscì ad incontrare Baba, Baba gli chiese un rapporto.

Lui rispose: «Baba l’ho incontrato».

Baba gli chiese di nuovo: «Hai preso il Darshan(9) di Ram Avatar?».

E di nuovo Dada rispose: «Baba, l’ho incontrato».

Dada non riusciva a caprie cosa intendesse Baba. Poi, Baba chiese: «Hai toccato i suoi piedi?».

Dada rispose: «No, Baba»”. Dada pensò: «Sono un A’charya, lui è solo un povero contadino, perché dovrei toccargli i piedi?».

Baba disse, «Hai perso l’opportunità, hai perso l’opportunità. Ti ho fatto fare tutta quella strada solo per fare che tu gli toccassi i piedi, ma tu hai perso l’opportunità».

Quindi Baba chiese: «Va bene, vuoi toccare i suoi piedi?».

«Si, Baba».

«Dovrai tornare di nuovo indietro solo per toccare i suoi piedi».

Dada pensò nella sua mente «Mi ci è voluto così tanto tempo per andare nel suo villaggio, è stato un viaggio così estenuante … dovrò rifarlo ancora!».

Quindi Baba disse «Bene, prima che tu parta per incontrarlo, chiedimi il permesso; solo allora potrai andare».

Il terzo giorno Dada andò da Baba e disse «Baba, sono pronto per andare a prendere il Darshan di Ram Avatarjii, e a toccare i suoi piedi».

Ma, inaspettatamente, Baba disse: «Hai perso l’opportunità. Hai perso l’opportunità. Ram Avatar stava aspettando alcune parole da parte mia, che ha ricevuto tramite di te. Ed il giorno in cui hai lasciato il suo villaggio, egli rientrò dal lavoro, si sedette in Sadhana e di nuovo lo stesso Corpo di Luce apparve davanti a lui. Ram Avatar divenne una piccola scintilla, e quindi si fuse in quel Corpo di Luce per sempre, per non fare più ritorno nell’universo. Non potrai più andare a trovarlo: Ram Avatar ha già lasciato il suo corpo fisico».

Guardando Dada, Baba continuò: «Non pensare mai che qualcuno sia rimasto indietro col Sadhana, che qualcuno non abbia conseguito alcune esperienze speciali. Ci vogliono molte vite di Sadhana profondo per avere esperienze simili. Per raggiungere lo stato di Ram Avatar. Vedi, dovrai fare Sadhana forse per diversi anni, o per diverse vite. Nessuno lo sa. Non permetterò mai a nessuno di sapere il proprio livello, i propri raggiungimenti col Sadhana, altrimenti si potrebbe sviluppare un tipo di ego che io non voglio. Ma non preoccuparti di questo. Ti assicuro che tutto ciò che ho dato a Ram Avatar, questa opportunità, la darò a chiunque segua il Sentiero da me prescritto per loro. Questo è l’accordo che io ho coi miei discepoli. Qualsiasi cosa i miei discepoli desiderino io la darò a loro, e tutti loro vogliono l’esperienza della folgorazione Divina, l’esperienza del Nirvikalpa Samadhi».

Nota: la storia qui sopra è stata raccontata da dada Swarupananda nel 2012.

Shrii Shrii Anandamurti

Legenda

  1. Margi: discepolo, praticante, devoto dell’Ananda Marga (Il Sentiero della Beatitudine).
  2. A’charya: Monaco/Monaca rinunciante, insegnante dell’Ananda Marga.
  3. Sadhana: Pratica Spirituale insegnata dal Maestro.
  4. Kiirtan, o Kirtana: Baba Nam Kevalam (Tutto è Infinito Amore), il Mahamantra (Mantra Supremo) da ascoltare, cantare e danzare per raggiungere lo stato di Beatitudine.
  5. DMC, Dharma Chakra: incontro spirituale dell’Ananda Marga.
  6. Pratik: simbolo spirituale dell’Ananda Marga.
  7. Dada/Didi: Altro termine utilizzato per A’charya (Dada uomo, Didi donna).
  8. Nirvikalpa Samadhi: Il Samadhi, letteralmente “fusione”, è lo stato supremo o finale di realizzazione divina che si consegue nella meditazione, quando lo yogi, l’atto di meditare e l’oggetto della meditazione (Dio) si fondono a diventare Uno.
  9. Darshan:  “Visione del Divino”, l’esperienza di vedere ed essere visti dal Divino.

P.R. Sarkar

Prabhat Ranjan Sarkar (Shrii Shrii Anandamurti 1921-1990) è un filosofo indiano e guida spirituale di milioni di discepoli in tutto il mondo. Fondatore dell’Ananda Marga e del Proutist Universal, per la diffusione del Tantra Yoga e la creazione di un nuovo assetto sociale basato su valori universali. Grande Guru dalla personalità trascendente, ha fatto rivivere l’antica scienza intuizionale del Tantra Yoga adattandola alle esigenze della vita moderna. La Sua filosofia spirituale svela molti aspetti del misticismo, e le pratiche di meditazione tantrica da Lui insegnate permettono una profonda trasformazione interiore. Al tempo stesso ha proposto nel Prout una visione sociale globale, ispirando i discepoli alla realizzazione di innumerevoli progetti di servizio sociale. Ha introdotto i principi del Neoumanesimo e creato un sistema educativo innovativo per lo sviluppo completo dell’essere umano. I Suoi scritti includono testi di filosofia spirituale e opere di economia e sociologia, trattati di filologia e composizioni musicali, nuove teorie scientifiche, testi sulla medicina yogica e l’agricoltura ecosostenibile, storie per bambini e opere di narrativa e teatrali.


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Il Kiirtan: Bàbànam Kevalam

il Mahamantra

Baba means “My most beloved One”, Nam means “name of” or “to identify with”, and Kevalam means “only”. The meaning of the mantra is “My most Beloved is the only One.” The ideation is: “Everywhere I look, in everything I hear, feel, see, taste and smell, I perceive that one Supreme Consciousness which pervades all things.”

BABANAM KEVALAM
The whole Universe is an expression of Cosmic Consciousness.

«Insieme agli ostacoli, ci saranno anche alcune forze che vi assisteranno. Qualunque difficoltà mondana potrebbe ostacolare il vostro percorso; la migliore forza positiva o ausiliaria è kiirtana. Kiirtana aiuta un devoto ad accelerare la velocità verso il centro dell’universo. Kiirtana vi aiuterà in tutte le circostanze; se si presenta qualche problema mentale, kiirtana ti aiuterà».
Shrii Shrii Anandamurti

Bàbànam Kevalam – Tutto è Infinito Amore.

Chi non ha ancora ricevuto il proprio mantra personale può ripetere mentalmente il mantra universale in lingua sanscrita BABA NAM KEVALAM. L’ideazione più profonda di questo mantra è: «Ovunque io guardi, ogni cosa io senta, assaggi, odori, percepisca, è espressione di questa Coscienza Cosmica che pervade tutto, che può essere riassunto in “L’AMORE E’ OVUNQUE”».

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