Siete pazzi a mangiarlo! Il libro che ti fa passare la voglia di fare la spesa

Siete pazzi a mangiarlo!
Il libro che ti fa passare la voglia di fare la spesa

Il libro di Christophe Brusset è l’immediata constatazione di una truffa mondiale ai danni del consumatore. Punto e basta. Non ci sono spiegazioni ideologiche o filosofiche, ma la semplice constatazione che nel regno dell’agroalimentare occidentale, quello dove si preparano le marmellate della colazione, il prosciutto per il sandwich del mezzogiorno, il minestrone per la cena, vige un solo credo: il profitto aziendale.  Di Davide Turrini | 19 gennaio 2017

In questo Brusset è spietato. Il suo racconto è l’allegra e inquietante testimonianza della piena deregulation capitalistica (“Un’impresa non è un servizio sociale dello stato”). Imperativo: delocalizzare la produzione ovunque. Secondo: acquistare materie prime sempre più scadenti per aumentare di continuo il margine di ricavo dell’impresa. Ma soprattutto: fregarsene altamente della “qualità” del prodotto finito. In tutta questa tragicommedia della contraffazione e della frode, infatti, sembrano infine mancare all’appello un paio di attori: associazioni di consumatori e coscienza minima proprio dell’acquirente che Brusset definisce “gonzumatore”. In compenso grande protagonista del libro, regina della frode e della sistematica contraffazione di ogni tipo di alimento è la Cina, il “paradiso della corruzione e del suo corollario”. Il racconto della raccolta di tonnellate su tonnellate di pomodori marci e marroni sotto il vigile controllo della autorità nella regione dello Xinjiang è qualcosa che induce al vomito, anche se poi quella pappetta insapore finisce regolarmente sulle nostre tavole.
Last but not least, la gola profonda Brusset ci lascia un vademecum su come orientarci e reagire di fronte allo sprofondo dell’agroalimentare: preferire gli estratti naturali alle molecole artificiali, comprare prodotti interi ed evitare polveri e puree, stare alla larga dei prodotti a marchio dei distributori, controllare le date di scadenza (“il rischio di intossicazione dopo la data è concreto”) e le confezioni (il capitolo sugli olii minerali cancerogeni presenti nei contenitori riciclati per le lenticchie fa spavento), ma soprattutto anche se in tempi di crisi comprare meno e comprare meglio “magari spendendo un po’ di più” perché è nei prodotti a prezzi stracciati che si nascondono le peggio schifezze dell’industria agroalimentare occidentale.

Fonte/Link attivo: Il Fatto Quotidiano

Siete Pazzi a Mangiarlo! – Libro

siete-pazzi-a-mangiarlo-126330Un manager dell’industria alimentare svela cosa finisce davvero sulla nostra tavola. E spiega come difendersi.
Christophe Brusset

Miele senza miele, confettura di fragole senza fragole, gamberetti gonfiati ad acqua, té verde bio impregnato di pesticidi, prodotti tipici locali made in China … La confessione-denuncia di un insider delle multinazionali del cibo, con il decalogo per sopravvivere al supermercato!

Un vasetto di miele su due in commercio è di origine straniera, il più delle volte cinese, e spesso non ha visto neppure un’ape. Additivi e sostanze chimiche che non compaiono, legalmente, tra gli ingredienti. Alimenti conservati in confezioni di cartone o plastica riciclati altamente nocivi. Date di scadenza allungate ad arte. Cibi che contengono diserbanti, coloranti nocivi, sporcizie varie, a volte perfino escrementi. Sughi e prodotti con carne di manzo che però all’origine era cavallo.

Nonostante il livello di attenzione a ciò che mettiamo nel piatto sia oggi piuttosto alto, i pericoli a cui siamo esposti quando facciamo la spesa sono sempre in agguato. L’industria alimentare è un Far West in cui l’imperativo è: smerciare qualsiasi tipo di prodotto o materia prima, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, ottenendo il maggior margine di guadagno possibile.

Nessuno come Christophe Brusset, ingegnere che ha lavorato per anni ai massimi livelli delle principali multinazionali del cibo, può svelare i meccanismi allucinanti dell’industria alimentare, dopo esserne stato testimone e complice. Svela i lunghi viaggi delle materie prime da una frontiera all’altra, racconta quali procedure e trucchi si nascondono dietro i prodotti che troviamo sugli scaffali, e ci fa capire che per mantenere le super-offerte che tutti rincorriamo, i grandi supermercati costringono i produttori ad abbassare la qualità.

Un libro illuminante e indispensabile, che spiega anche come è possibile difendersi, fare acquisti più oculati e addirittura orientare l’operato delle aziende.

Nota dell’editore italiano

Prologo. Consumatori, siete voi che avete il potere!

1. Benvenuti nel meraviglioso mondo dell’agroalimentare
2. Il pericolo giallo!
3. Prendere in giro il… gonzumatore
4. Occhio non vede, peso non duole
5. Una tempesta in un bicchiere di latte!
6. Il mio amico Additivo
7. C’è odore di bruciato nel regno dei salami
8. Le confezioni pericolose
9. Ridipingere la vita in rosa
10. Indovina l’età!
11. A brigante, brigante e mezzo
12. Case per i Puffi
13. Storielle piccanti con cacca
14. Rosso come un pomodoro?
15. Il paese dove scorrono latte alla melammina e miele adulterato
16. Sulle tracce del pepe esausto
17. Un peperoncino troppo rosso per essere onesto
18. L’invasione delle coccinelle
19. Erba da sballo… per la pizza
20. Lo zafferano, regina delle spezie
21. Ci prendiamo cura delle vostre cipolle
22. È passato di qui, ripasserà di là
23. Trecento tonnellate di pes-tè-cidi
24. Liscio come il Vormischung!
25. Caccia allo spreco in versione industriale
26. La lucrosa tecnica del glazing
27. Marmellata di fragole senza fragole!
28. Delocalizzazioni: la legge della giungla
29. Supermercati: alleati del vostro potere d’acquisto?
30. Colpevoli, ma non responsabili

Epilogo. Piccola guida di sopravvivenza al supermercato

Ringraziamenti.

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Christophe Brusset

Christophe Brusset ha lavorato per 20 anni nell’industria agroalimentare come dirigente di alto livello di importanti aziende del settore.

Consumatori, siete voi che avete il potere!

Tieni sempre presente che il buon burro è la base della buona cucina, e ricordati che fare il furbo è tipico degli imbecilli.
La Filosofia di Georges Courteline, 1922

Per quasi vent’anni ho lavorato per grandi aziende del settore agroalimentare, molto note e tutte ampiamente fornite di certificazioni e marchi di qualità, ma la cui etica era solo una facciata.

Per queste società, il cibo non ha nulla di nobile: si tratta unicamente di un business, di un mezzo per fare soldi, sempre più soldi. Potrebbero fabbricare altrettanto bene, o altrettanto male, pneumatici o computer.

Sono stati anni difficili, perché la mia visione idealizzata del cibo mal si accordava con la realtà che vivevo. Mi sarebbe piaciuto acquistare i migliori ingredienti, e che la mia Azienda realizzasse prodotti di cui andar fieri, prodotti che potessi consumare io stesso con golosità o far mangiare ai miei figli con totale fiducia. Mi sarebbe piaciuto nutrire il mondo con pietanze industriali, certo, ma preparate a partire da ricette sane, da formule nutrizionali equilibrate. Eravamo ben lontani dal farlo, sia a parole che nei fatti, ma dovevo pur mantenere la famiglia…

E a volte mi dicevo che porsi troppe domande, a cui il mio lavoro forniva soltanto brutte risposte, non faceva altro che rendere le cose più difficili. Eppure alcune domande meritano attenzione.

Sapete mangiare? Vi siete già interrogati sul posto che il cibo occupa nella vostra vita? Su cosa è buono? Su cosa significa “mangiare sano”? È importante? Lo è per noi? Per i nostri figli? Sono tutte domande fondamentali che pochi tra noi si pongono seriamente e di cui ancora meno persone conoscono le vere risposte.

Noi siamo ciò che mangiamo, nel vero senso della parola. Gli alimenti sono nientemeno che i materiali di costruzione del nostro corpo. E converrete con me che, affinché una costruzione duri cent’anni, bisogna scegliere i materiali migliori. E ammetterete anche voi che difficilmente si potrà avere un corpo da atleta mangiando solo hamburger e patatine fritte con bibite gasate.

Nutrirsi bene significa anche prendersi cura di sé. Si tratta di una verità nota fin dalla notte dei tempi. Già nell’antichità, Ippocrate affermava: «Che il tuo cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo cibo». In tempi più recenti, Linus Pauling, premio Nobel per la chimica nel 1954, ripeteva instancabilmente che «un’alimentazione ottimale è la medicina del futuro».

Il cibo non è mai stato così abbondante e così a buon mercato. Secondo i dati dell’INSEE, i francesi oggi spendono in media per l’alimentazione poco più del 15% del loro reddito, ossia la metà di ciò che si spendeva negli anni Cinquanta. Il nostro pianeta nutre sette miliardi di persone, che saliranno a dieci miliardi nel 2050. La fame e la malnutrizione non sono più i flagelli che furono nei secoli passati e potrebbero persino essere completamente debellate con una distribuzione ottimale delle risorse alimentari disponibili.

Tuttavia, questi progressi non sono privi di contropartita. L’utilizzo ad alte dosi di molecole chimiche (pesticidi, fungicidi e altri trattamenti agricoli, antibiotici promotori della crescita e ormoni di sintesi per il bestiame, additivi alimentari…) inquina l’ambiente e avvelena lavoratori e consumatori. Le monocolture praticate su vasta scala (ulivi in Spagna, palme da olio in Malesia, mandorli in California) distruggono gli ecosistemi e riducono la biodiversità.

L’omologazione dei gusti e il cibo spazzatura sono responsabili di una vera e propria epidemia mondiale di malattie cardiache, cancro, obesità, diabete e allergie. Il numero di persone in sovrappeso nel mondo è salito vertiginosamente, passando da 850 milioni nel 1980 a più di due miliardi nel 2013, vale a dire quasi un terzo della popolazione mondiale. Nel solo anno 2010, dai tre ai quattro milioni di persone sono morte nel mondo a causa di complicanze legate all’obesità, e questa cifra continua ad aumentare.

Oggi le persone che muoiono perché mangiano troppo e male sono più di quelle che muoiono perché non mangiano abbastanza!

A questo aggiungete gli eccessi del capitalismo, che spingono a produrre sempre di più a costi sempre più bassi in una corsa sfrenata ai profitti a breve termine e che hanno portato a clamorosi scandali alimentari in tutto il mondo.

Beninteso, la frode esiste dalla notte dei tempi. I Greci e i Romani dovevano vedersela con vino, farina e olio d’oliva adulterati.

Nel 1820, il chimico tedesco Friedrich Accum pubblicò a Londra un Trattato sull’adulterazione dei cibi e sui veleni culinari in cui descriveva le frodi più diffuse nella capitale inglese agli albori della Rivoluzione industriale: polvere di piselli secchi mescolata al caffè, olio d’oliva contenente ingenti quantità di piombo, caramelle colorate con ossidi di rame, aceto mescolato con acido solforico per aumentarne l’acidità… Ma soprattutto, analisi alla mano, denunciò coloro che si dedicavano a una frode allora molto diffusa e che consisteva nel sostituire il luppolo con la stricnina o l’acido picrico nella birra, pratica responsabile di numerosi decessi ogni anno.

Accum, che fu il primo a lanciare l’allarme, denunciando quelle truffe si fece così tanti nemici che fu costretto a lasciare l’Inghilterra. Tuttavia, come Machiavelli, di cui Rousseau diceva che era «un uomo onesto e un buon cittadino» e che «ha dato grandi insegnamenti ai popoli», Accum ha reso un immenso servizio ai consumatori del suo tempo. Svelando come nei loro piatti o nei loro bicchieri si potessero trovare dei veri e propri veleni, e indicando quali, ha permesso loro di proteggersi e ha contribuito a ridurre queste pratiche.

Si potrebbe pensare che dal 1820 le cose siano migliorate e che abbiamo avuto il tempo e i mezzi per debellare le frodi alimentari. La popolazione oggi è più istruita, meglio informata, le analisi sono più precise, i servizi sanitari ben radicati, le norme igieniche e di tracciabilità stabilite. Eppure ogni giorno le notizie ci dimostrano che gli imbroglioni continuano a imperversare, spesso giocando d’anticipo, e che i controlli, quando esistono, sono troppo leggeri.

Se fossero stati presi i giusti provvedimenti (che spesso sono molto semplici), uno scandalo come quello della carne di cavallo non si sarebbe potuto verificare. Esso dimostra che non ci si può fidare né delle marche internazionali più conosciute né dei servizi sanitari degli stati più progrediti, che si presume debbano proteggere i cittadini. È prima di tutto una crisi di fiducia generale. Ed è proprio per questo motivo che quello scandalo, sebbene non abbia lasciato dietro di sé morti o feriti, ha avuto una risonanza così enorme.

A chi credere, dunque? Chi dice la verità, se le liste degli ingredienti mentono e i controlli più elementari non vengono eseguiti?

Oggi, con molta modestia, ma come ha fatto Friedrich Accum prima di me, voglio essere utile al maggior numero possibile di persone, a tutti i consumatori tenuti deliberatamente nell’ignoranza e nell’illusione. È la ragione per cui, con questo libro, ho deciso di infrangere la legge del silenzio e di svelare le derive dell’industria agroalimentare. Basandomi su tutti questi anni di esperienza duramente acquisita, rivelando pratiche fraudolente e agendo così a vantaggio della salute di tutti, sento che sto semplicemente facendo il mio dovere.

Non è lo scandalo ciò che cerco, ma l’interesse generale: il vostro, il mio, quello dei nostri figli, quello delle generazioni future.

Mi accingo dunque a raccontarvi tutto per permettere a voi consumatori di evitare i trabocchetti che vi vengono tesi e – perché no? È bello sognare per due minuti – di far cessare o perlomeno limitare quelle pratiche dubbie.

Informarvi, educarvi perché, bisogna esserne ben consapevoli e non dimenticarlo, alla fine siete voi che avete il potere di cambiare le cose acquistando o decidendo di non acquistare. Ecco il mio obiettivo e lo scopo di questo libro.

Non comprate più a occhi chiusi, pretendete che i politici, le associazioni dei consumatori e l’industria si impegnino seriamente a stabilire una serie di norme di qualità e di onestà; siate vigili, diffidenti, cercate le informazioni nascoste e condividetele. Utilizzate i social network per fare pressione ed esigere un’alimentazione di qualità. Battetevi per il divieto totale dell’uso nel vostro cibo di molecole artificiali prive del minimo interesse nutrizionale, che vi avvelenano in modo subdolo e insidioso e sono una delle principali cause di allergie, disturbi comportamentali e altri disordini più gravi sul lungo periodo.

Prendete le redini della vostra alimentazione, mangiate sano, e possiate vivere a lungo e in buona salute.

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