Rifletti! Prima di fare del male a un altro essere
Molto spesso il pentimento non pone rimedio al male compiuto …
meglio usare il cuore fin che si è in tempo.
Una metafora
C’era una volta un bambino che compiva azioni pesanti, facendo arrabbiare tutti e arrecando molto dolore con i suoi misfatti e i suoi insulti.
Un giorno, però, il bambino comprese il male che stava facendo e ne provò dispiacere. Prese così la decisione di diventare “buono”.
Andò dal nonno e gli disse: «Nonno come posso fare per diventare più buono?»
Il nonno, persona saggia, gli rispose: «Vedi quella staccionata laggiù? Ogni volta che ti renderai conto di aver compiuto una cattiva azione dovrai andarci e piantarci un chiodo».
Il bambino fu un po’ sorpreso da questo consiglio, poi però decise di procedere come gli aveva consigliato il nonno.
Nonostante le buone intenzioni, inizialmente i chiodi nella staccionata furono molti!
Poco alla volta, però, la frequenza con cui il bambino inchiodava diminuì, fino a quando arrivò il giorno benedetto in cui il bambino non ne piantò neppure uno!
Tutto contento, il piccolo corse dal nonno ed esclamò: «Nonno! Finalmente non faccio più le cattive azioni!».
Il nonno rispose «Bene. Sei stato bravo! Adesso vai alla staccionata, e con questa pinza comincia a togliere tutti i chiodi che hai piantato»; il bambino, molto contento, eseguì l’istruzione che l’amato nonno gli aveva dato.
Ci volle un bel po’ di tempo, ma alla fine tutti i chiodi furono rimossi. Con molta soddisfazione il bambino chiamò suo nonno e gli fece vedere, orgoglioso di se stesso, di aver concluso il compito.
Fu allora che il nonno gli disse: «Amato nipote … cosa noti nella staccionata?».
Il piccolo portò l’attenzione alla staccionata ed osservò che questa era piena di buchi. I chiodi non c’erano più … ma il legno era danneggiato dai molti buchi che erano rimasti al posto dei chiodi.
«Ecco, amato nipote, questo è il male che hai causato», disse con dolcezza il nonno. «Molto spesso quando facciamo del male a qualcuno, anche se ci pentiamo e chiediamo perdono, le ferite rimangono, così come sono rimasti i buchi dei chiodi. Quando litighi con qualcuno, quando gli dici qualcosa di brutto, gli lasci delle ferite come queste. Se infilzi un coltello in un essere, e poi lo togli, rimarrà per sempre una ferita, e poi una cicatrice. Non importa quante volte ti scuserai, la cicatrice rimarrà. Ricordati che molto spesso una ferita verbale è molto più dolorosa di una fisica».