Migliaia di bambini venduti in Spagna. Infanzia perduta: terrorismo di Stato

Migliaia di bambini venduti in Spagna
Infanzia perduta: terrorismo di Stato

Il ritorno di re Erode nell’epoca del Risveglio

thevision.com

La storia segreta di come le suore abbiano nascosto
la vendita di migliaia di bambini in Spagna

di Nicolò Zuliani | 18 ottobre 2017 

È il 1982, in Texas. Randy Ryder, dopo un’infanzia passata con la madre affetta da alcolismo e problemi psichiatrici, scopre di non essere suo figlio. Lei gli confessa di averlo comprato in un ospedale a Malaga, in Spagna, nel 1971.

È il 2009. In un ospedale di Madrid, Jean Luis Moreno ascolta suo padre sul letto di morte confessare di averlo comprato nel 1969 da un prete a Saragozza per 150.000 pesetas, poco meno di 50.000 euro. Sconvolto, Jean Luis va a vedere i registri dell’ospedale dove crede di essere nato. Non ci sono né il suo nome né quello di sua madre. Usando investigatori privati risale alla suora che aveva reso possibile l’adozione. Lei prima nega di aver preso denaro, poi ammette con tono gelido di ricordare i compratori. Jean Luis presenta denuncia al tribunale civile, poi all’ordine provinciale di Saragozza e infine alla corte suprema. Il caso viene sempre archiviato.

È il 2010. Ines Madrigal scopre in un cassetto il suo certificato di nascita e qualcosa non torna. Date e luogo non coincidono con la sua carta d’identità. Affronta sua madre, e viene a sapere di essere stata data “in regalo” da un ginecologo famoso, che non disse mai da dove proveniva la bambina. Le aveva dato istruzioni di fingere la gravidanza.

Questi non sono casi isolati. Sono 300.000.

Nell’aprile del 1939, in Spagna, il generale Francisco Franco prende il potere. È un uomo con forti valori cattolici e nazionalisti. Uno dei suoi più fidati consiglieri è lo psichiatra Antonio Vallejo-Nagera. Vallejo aveva passato la prima guerra mondiale in Germania, dove aveva appreso il concetto di pulizia etnica e formulato una serie di cazzate clamorose spacciate per verità scientifiche. Tra i tanti deliri spiccava quello del “morbo rosso”. Secondo Vallejo, essere comunisti o dissidenti era una malformazione mentale, trasmissibile come un virus, dalla quale non si poteva guarire. Il 17 ottobre 1941, Franco semplifica le leggi sull’adozione per un motivo specifico: quando le famiglie dei nemici del regime venivano incarcerate, i figli venivano affidati agli orfanotrofi, che a loro volta li affidavano a famiglie considerate rispettabili: bastava fossero politicamente corrette, eterosessuali e cattoliche. Nel 1958 ci fu una seconda riforma, secondo la quale i genitori biologici, dopo tre anni dall’abbandono, perdevano qualsiasi diritto sul bambino. Gli orfanotrofi – leggi il Vaticano – non erano più tenuti a dare informazioni. Gli istituti si trovarono così a disposizione una fornitura continua di bambini e neonati, a volte figli di donne non sposate, a volte strappati dalle mani di anarchici, comunisti e dissidenti.

E perché regalarli, se si possono vendere?

Dal 1943 al 1987, in Spagna il traffico di bambini genera introiti miliardari. Il meccanismo è semplice: le suore intercettano le puerpere ideali, di solito donne sole, con famiglie problematiche, o molto povere. Le coccolano dicendo che le aiuteranno, raccomandandosi che quando verrà il momento vadano nelle loro cliniche a partorire. Quando arrivano le drogano col Pentothal. Appena partorito, il bambino viene portato immediatamente in un’altra stanza, dove a volte c’è già la compratrice, a volte un nido nascosto. Si fa aspettare la madre biologica per ore, raccontando che il neonato ha delle complicazioni impreviste, poi dopo 6-9 ore si riferisce che è morto. Se la madre protesta o diventa aggressiva, la si sottomette prima con la forza, poi con la burocrazia e i ricatti. Sono tutte donne fragili, povere, fortemente cattoliche e ignoranti: le suore sanno che non possono permettersi un avvocato.

Manoli Pagador partorisce nel 1971 a Madrid, a 23 anni. L’ultima cosa che ricorda di suo figlio è il pianto che sparisce giù per il corridoio. Quando nel 1975 Franco muore e il regime collassa, il traffico di bambini continua florido. Il popolo spagnolo è stremato e diviso. Affrontare i propri orrori non è mai facile, perché si rischia una spirale giustizialista dove tutti hanno colpe. Nel 1977, il nuovo governo promulga la ley de amnistia, che noi chiameremmo “legge scurdammoce ‘o passato”. Nessuno vuole parlare del fatto che ovunque madri e figli si stanno cercando. Chiunque sollevi l’argomento viene ignorato. Nel 1981, nella clinica Santa Cristina, Purificacion Betegon partorisce due gemelle premature. Suor Maria Gomez Valbuena le chiede di darle in adozione. Quando Betegon rifiuta, la suora riferisce che le bambine sono morte a causa dell’incubatrice rotta. La Betegon corre a vedere e le trova vive. Un’infermiera le spiega che sono cerebralmente morte, poi Betegon viene portata via a forza. Nessuno le presta soccorso o aiuto. Ma la gente per strada parla. Così, nel 1982, German Gallego, fotografo per il settimanale spagnolo Interviù, indaga. Va alla clinica San Ramòn, una piccola clinica con solo dieci stanze, ma un costante viavai di donne che vanno e vengono senza registrarsi né lasciare traccia. Il primario è il dottor Eduardo Vela, ginecologo. Lui rifiuta di rilasciare interviste e smentisce ogni voce. Lo stesso fa la suora responsabile, suor Maria. Alcune novizie, però, seppur spaventate, chiedono al giornalista di tornare nel cuore della notte. Una volta lì, gli confessano tutto. Il traffico, i soldi, i furti, le bugie.

«E se la madre volesse vedere il corpo del bambino?» domanda Gallego.

Le suore mostrano una cella frigorifera, dove sono conservati dei neonati morti da mostrare in caso di emergenza. Gallego fotografa i corpicini, pubblica l’inchiesta e aspetta almeno una telefonata della polizia. Non arriva mai.

Il dottor Eduardo Vela durante il franchismo è diventato ricchissimo, ma non curando le persone: facendo affari. È stato consigliere della Security World SA, una società di sicurezza privata. Negli anni ’70 fonda la Bellcasa, una società immobiliare che ha le mani in tutta Madrid. Come riusciva a fare tutto? I soci della Bellacasa erano:

  • Adele Bermejo Rivas, sua moglie.
  • José Sainz de Miera, delegato capo della Falange franchista nella provincia di Valencia.
  • José Manuel Gonzales Fausto, consigliere dell’Istituto nazionale di Previsione.
  • Josè Antonio Giron de Velasco, detto “il leone” ministro del lavoro dal 1941 al 1957 e pupillo del generale Franco.
  • Dottor Manuel “F.M.”

Ecco perché la Bellcasa va a gonfie vele: se un gerarca franchista ti vuole comprare la casa al prezzo di un panino, rifiutarsi potrebbe essere pericoloso. Giron era così in alto che dopo l’assassinio del primo ministro era candidato a sostituirlo, finché nel 1957 il suo ruolo viene affidato a dei tecnici dell’Opus Dei. Insomma, Eduardo Vela aveva agganci belli grossi, e di uno a tutt’oggi non si sa nulla: quel dottor Manuel F.M. di cui i giornali spagnoli non rivelano il nome completo, perché è l’ultimo ancora vivo. Quando nel 1982 esce l’inchiesta, tutte le proprietà del dottor Vela cambiano nome. Dal 1982, risulta nullatenente mentre sua moglie è miliardaria. Sempre nel 1982, il braccio destro di Vela, cioè suor Maria Gomez Valbuena, porta via dal grembo di Maria Luisa Torres la figlia appena nata, Pilar Alcalde. Quando la Torres chiede di vedere la sua bambina, suor Maria la minaccia di portarle via l’altro figlio e di farla incarcerare per adulterio.

Dal 1980, ogni tentativo di risolvere la questione legalmente viene bloccato e insabbiato. Quando le madri chiedono di esumare le tombe dei figli, dentro trovano resti di bambini ben più grandi, o del sesso sbagliato, o vuote, o riempite di pietre. In un caso, trovano la gamba di un maschio adulto. Uno dei giudici più influenti di Spagna, Baltasar Garzon, prova ad aprire un’inchiesta. Viene bloccata dalla corte suprema. Gli anni passano, e le voci aumentano, finché il traffico di bambini si interrompe nel 1987. Nel 2010, Vela parla (inconsapevolmente) con dei giornalisti di ElMundoTV, che si spacciano per bambini adottati in cerca delle loro madri biologiche. Lui confessa di aver bruciato l’archivio con i nomi di madri e compratori. Non c’è modo di risalire a chi fossero.

Poi, nel 2011, arriva la BBC. In un documentario agghiacciante la giornalista ricostruisce tutto. Intervista le tante associazioni di madri derubate, ma mettere insieme tutte le storie umane, sotto le statistiche, è impossibile. Prova a intervistare anche Vela, che si rifiuta. Allora finge di essere incinta e fissa un appuntamento. Durante il colloquio, registrato con una telecamera nascosta, appena Vela capisce di essere di fronte a una giornalista, si altera, va nell’altra stanza e fa ritorno brandendo un crocifisso e recitando passi della Bibbia. Dopo l’inchiesta si mobilita l’opinione pubblica di tutto il mondo. I bambini sono stati comprati anche da coppie estere. Sono in sudamerica, America, Messico, Francia. A fine 2012 viene arrestata suor Maria Gomez Valbuena, imputata di avere orchestrato la rete dei sequestri. Si avvale della facoltà di non rispondere e il 19 gennaio 2013 muore di insufficienza cardiaca. Anzi, di enfisema polmonare. Anzi, era molto malata. Comunque è morta, c’è il certificato firmato dal dottor Enrique Berrocal Valencia. Peccato che il certificato, in tribunale, proprio non ci vuole arrivare. Ha ritardi inspiegabili. E quando arriva, ha delle strane anomalie.

Le associazioni non credono alla morte della suora. Dicono, “se possono falsificare il certificato di nascita e la carta d’identità di mio figlio, possono falsificare il certificato di morte di una suora”. Del resto nessuno ha visto il corpo: l’ordine a cui apparteneva rende pubblica la morte solo due giorni dopo, quando è già stata seppellita in una tomba priva di nome. E negli anni, gli spagnoli hanno imparato che nelle tombe spesso e volentieri non c’è quello che dovrebbe. Quando chiedono l’esumazione del corpo, la sorella di suor Maria la nega e dice che lei era presente al decesso. Nella stanza spoglia e austera dove suor Maria ha passato i suoi ultimi anni gli inquirenti trovano le cartoline che le famiglie adottive hanno mandato da tutto il mondo alla suora nel corso degli anni. Una, del 2013, dice “Buon natale! Lasciate che i bambini vengano a me”.

Il dottor Eduardo Vela, che grazie a un’equipe di avvocati riesce a procrastinare il processo da quattro anni, finalmente finisce alla sbarra. Il processo procede a rilento perché nomi, fatti, documenti, sono difficilissimi da reperire. Tutto è in mano a poche donne che ricordano, testimoni ormai lontani sullo sfondo di un regime crudele e ancora troppo vicino. Quando Zapatero nel 2007 ha istituito la legge della memoria storica, la Spagna si è divisa. Fare i conti col proprio passato rischia di far sprofondare il popolo in una spirale d’odio e rancore senza fine. L’ETA non fa in tempo a consegnare le armi che la Spagna affronta una delle crisi peggiori della sua storia tra secessionisti, indipendentisti ed estrema destra. In un contesto del genere, buttare benzina sul fuoco potrebbe non essere la cosa più saggia da fare.

Ai “niños robados”, però, oltre alla giustizia interessa soprattutto trovare la propria famiglia. È solo di recente, grazie al processo della Betegon, che qualcuno pensa a suor Maria. La donna annotava meticolosamente nei quaderni blu i nomi dei bambini, dei genitori adottivi e biologici, il prezzo e l’indirizzo. Un secondo archivio, in pratica. Quei quaderni esistono ancora, ma la Conferenza Episcopale Spagnola, presieduta dal cardinale Antonio Maria Rouco Varela, rifiuta di collaborare coi tribunali spagnoli. I quaderni sono custoditi da loro, che fanno capo al Vaticano. Ossia uno Stato estero. Chissà quando, dove e come il Vaticano ne è entrato in possesso.

Solo a maggio di quest’anno una delegazione delle Nazioni Unite si è incontrata coi rappresentanti delle autorità spagnole e della Chiesa, dicendo che è ora dire basta. Tutti hanno convenuto sia ora di aprire i quaderni, ma ad oggi non c’è ancora nessun colpevole. Le associazioni hanno formato una banca del DNA e ogni domenica manifestano in piazza, tenendo in mano un cartello che dice “Ti cerco. Ti stiamo cercando”. Prima di morire vorrebbero poter vedere il volto del figlio, o della madre, che non hanno mai conosciuto.

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SU LA TESTA!

Parole e Immagini di Gianni Lannes

«Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. POI VINCI!» (Mahatma Gandhi).

7.11.2017

INFANZIA PERDUTA

di Gianni Lannes

Infanzia mai così tutelata e mai così isolata. Oggi i bambini sul piano dei diritti godono di riconoscimenti cartacei ovvero effimeri, poiché aumentano ingiustizie ed iniquità. Ogni abuso si alimenta all’ombra del riconoscimento e della tutela dei diritti. Paradossalmente il bambino più è tutelato in astratto, più è non riconosciuto, emarginato, abusato.

Comunque le gabbie normative non sono le uniche capaci di incanalare e decifrare l’esistenza; esse non sono l’unico codice possibile della vita. Le radici della violenza covano in mezzo a noi, in una normalità dentro la quale l’ingiustizia e la prepotenza si annidano soprattutto a livello istituzionale.

Secondo i dati ufficiali del cosiddetto “garante dell’infanzia”, attualmente più di 30 mila minori in Italia sono costretti a subire internamenti lontani dagli affetti più cari; di essi ben 10 mila sono stati strappati ingiustamente a madri e padri da tribunali d’epoca fascista.

Il sistema delle 3 mila e passa “case-famiglia” che ha sostituito gli orfanotrofi, alimenta un giro d’affari che ormai sfiora i 3 miliardi di euro all’anno, dove si abbeverano anche numerosi magistrati dei tribunali per i minorenni  in perenne conflitto di interessi speculativi, poiché titolari al contempo delle medesime associazioni che gestiscono i predetti campo di concentramento in miniatura. Insomma, si registra un interventismo eccessivo da parte di istituzioni giudiziarie e non, vale a dire magistrati ed assistenti sociali che abusano quotidianamente del loro potere a danno di chi si è appena affacciato alla vita.

Il sensazionalismo dei mass media rimanda alla disattenzione quotidiana, come se si dovesse attendere l’abuso nei confronti di un bimbo per accorgersi che da sempre, il bambino vive in una condizone disumana. Si tratta di pre-occuparsi delle condizioni dell’infanzia non soltanto quando ci si accorge che la ferita è già evidente.

Non basta una legge frettolosa ed inapplicata, ma sarebbe urgente interrogarsi sulle ragioni dell’accelerazione della violenza all’infanzia. La società e le sue istituzioni non sono estranee: è proprio da lì che si veicolano i modelli culturali. Così il disagio sarà soltanto della vittima e sarà poi trasferito sui catalizzatori classici: le guerre, le ingiustizie, le prepotenze di altri.

L’assuefazione a pratiche mafiose si apprende dove non ci sono esempi diversi, luoghi dove condividere la vita degli altri.

L’aumento della violenza di ogni genere contro neonati, bambini e adolescenti è il vero nodo del malessere odierno. La violenza è variegata e spesso invisibile, ma accoglie un’unica ingiustizia: un legame che vincola vittima e oppressore. La violenza sessuale è soltanto l’ultima di queste prepotenze: fa notizia solo quando si scopre come scandalo eccezionale¸ eppure la violenza sessuale è in linea di continuità con numerose altre violenze più silenziose e quotidiane ma non meno preoccupanti.

Una società è la sua infanzia anche quando proclama a parole la sua centralità, ma poi la tratta come una cavia; il suo modo di pensare ed agire, nonché di progettare il futuro è racchiuso nel destino che essa riserva all’infanzia.

Un’assenza di voce pensata da adulti vive di riflesso. I bambini sono sempre oggetto del discorso e mai soggetti da rispettare per la società italiana e il governo tricolore. Dinanzi ai bambini gli adulti non hanno altro modo di pensare che il seguente: tutto quello che è inutile, poco significativo, è da bambini, è dei bambini.

Persino il gioco deve essere oggetto di una pedagogia degli adulti. E’ sempre l’interesse degli adulti a parlare. In qualità di adulti abbiamo però sguardi malati, che non ci consentono di vedere altro che il nostro tempo e il nostro mondo. Tutto viene misurato sugli adulti. Eppure le generazioni misurano il tempo e nello stesso tempo ne sono misurate.

Cosa si attende da un sistema politico che pratica il doppio legame, quando dice di essere trasparente coltiva la segretezza, che dice di ripudiare la guerra e continua ad armarsi e a spendere 30 miliardi di euro ogni anno in investimenti bellici, sottraendo risorse pubbliche alle politiche sociali e sanitarie, che predilige le banche alle scuole?

E’ dovere di padri e madri, della società e dello Stato assicurare all’infanzia e all’adolescenza con assoluta priorità il diritto alla vita, alla salute, all’alimentazione, all’0istruzione, al gioco, alla cultura, alla dignità, al rispetto, alla libertà, alla famiglia e alla solidarietà comunitaria, eliminando l’abbandono., la discriminazione, l’abuso, la crudeltà e l’oppressione.

riferimenti:
Fonte/Link attivo

Gianni Lannes - Giornalista

Gianni Lannes, dal 1987 svolge in Italia e all’estero il mestiere di giornalista e fotografo freelance. Ha lavorato nei settimanali “Avvenimenti”, “L’Espresso”, “Panorama”, “Famiglia Cristiana”, “Io Donna”, “D – la Repubblica delle Donne”, “Il Venerdì di Repubblica”, “Diario”. Ha scritto inoltre per i mensili “Airone”, “La Nuova Ecologia”, “Medicina Democratica”. Attualmente dirige il giornale on-line “Italia Terra Nostra” e collabora col quotidiano “La Stampa”, nonché con la RAI Radiotelevisione Italiana.

CHI COMANDA IL MONDO?

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Pubblicato il 05 mar 2015

Video ufficiale di “Chi comanda il mondo?“, di Povia
Scritto e diretto da Marco Carlucci
Prodotto da Primafilm

Il brano “Chi comanda il mondo?” è inserito nel disco NuovoContrordineMondiale. 
Si può ordinare solo scrivendo a ufficiostampa@povia.net (spedizione via posta).

La canzone farà parte della colonna sonora del film documentario “La centesima scimmia” – “The Hundredth Monkey”, di Marco Carlucci.

Info:

Contenuto non disponibile
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Testo della canzone ... ⇓ CLICCA per aprire l'inserto ⇑

Testo Chi comanda il mondo? – Povia

Fate la nanna bambini, verranno tempi migliori
Fate la nanna bambini e disegnate i colori

Chi comanda il mondo, c’è una dittatura, c’è una dittatura
Chi comanda il mondo, non puoi immaginare quanto fa paura
Chi comanda il mondo, oltre che il potere vuole il tuo dolore
e dovrai soffrire, e sarai costretto ad obbedire
Chi comanda il mondo, voglia di sapere, voglia di capire
Chi comanda il mondo, sotto questo cielo che ci può sentire
e chi ha creato il mondo, Torre di Babele, Torre di Babele
chi ha creato il mondo, messo sulla croce in Israele

C’è una dittatura di illusionisti finti
economisti equilibristi
terroristi padroni del mondo peggio dei nazisti
che hanno forgiato altrettanti tristi arrivisti stacanovisti
gli illusionisti, che ci hanno illuso con le parole libertà e democrazia
fino a portarci all’apatia
creando nella massa, una massa grassa di armi di divisione di massa
media, oggetti, nomi, colori, simboli
la pensiamo uguale ma siamo divisi noi singoli
dormiamo bene sotto le coperte
siamo servi di queste sorridenti mer*e

Fate la nanna bambini, verranno tempi migliori
Fate la nanna bambini e disegnate i colori
Fate la nanna che la mamma, vi cullerà sui suoi seni
Fate la nanna bambini volati nei cieli

Ma un giorno un bambino di questi si sveglierà
e l’uomo più forte del mondo diventerà
portando in alto l’amore

Chi comanda il mondo, c’è una dittatura, c’è una dittatura
Chi comanda il mondo, non puoi immaginare quanto fa paura
Chi comanda il mondo, Torre di Babele, Torre di Babele
chi ha creato il mondo, dice sempre che va tutto bene

La libertà e la lotta contro l’ingiustizia
non sono né di destra né di sinistra
la musica può arrivare nell’essenziale
dove non arrivano le parole da sole
gli illusionisti ci hanno incastrati firmando i trattati
da Maastricht a Lisbona
siamo tutti indignati perché questi trattati
annullano ogni costituzione

quì bisogna dare un bel colpo di scopa
e spazzare via ogni stato da quest’Europa
se ogni stato uscisse dall’Euro davvero
magari ogni debito andrebbe a zero
perché per tutti c’è un punto d’arrivo
nessuno lascerà questo mondo da vivo
vogliamo una terra sana, sana
meglio una moneta sovrana (che una moneta put*ana)

Fate la nanna bambini, verranno tempi migliori
Fate la nanna bambini e disegnate i colori
Fate la nanna che la mamma, vi cullerà sui suoi seni
Fate la nanna bambini volati nei cieli

Ma un giorno un bambino di questi si sveglierà
e l’uomo più forte del mondo diventerà
portando in alto l’amore

Chi comanda il mondo, c’è una dittatura, c’è una dittatura
Chi comanda il mondo, non puoi immaginare quanto fa paura
Chi comanda il mondo, oltre che il potere vuole il tuo dolore
e dovrai soffrire, e sarai costretto ad obbedire
Chi comanda il mondo, voglia di sapere, voglia di capire
Chi comanda il mondo, sotto questo cielo che ci può sentire
e chi ha creato il mondo, Torre di Babele, Torre di Babele
chi ha creato il mondo, messo sulla croce in Israele

Fate la nanna bambini volati nei cieli.



 

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