Il Maestro Paghahayag dice…
L’evoluzione della Coscienza negli esseri umani
Fabrizio Garro, martedì 11 ottobre 2016
Ritengo di grande interesse per tutti i Diksha Giver gli scritti che seguono, sotto gli pseudonimi di Derren Fox e del maestro filippino Paghahayag: essi permettono infatti di integrare le nostre conoscenze in merito all’evoluzione della coscienza umana e al funzionamento del Diksha in un modo davvero illuminante. Per conferenze sull’argomento
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Domanda: «Come avviene l’evoluzione della coscienza negli esseri umani?».
Paghahayag: «Per quanto riguarda il genere umano, l’evoluzione della coscienza procede a livello individuale, attraverso le esperienze di ognuno di noi. La somma di tutte le crescite individuali forma l’evoluzione sul piano collettivo.
A livello individuale essa procede su due binari paralleli: il binario dell’energia e quello della conoscenza.
Sul primo binario, il livello energetico incrementa in senso ascensionale portando l’essere verso stati progressivamente sempre più vicini alla luce della Verità e allontanandosi, per contro, dalla menzogna, dall’illusione, dalla visione parziale e corrotta della realtà che contraddistingue la natura inferiore dell’uomo.
Aumentando il proprio livello energetico, la persona entra in quelli che chiameremo, per semplicità, stati di coscienza più espansi, più olistici ed unitari. Il raggiungimento di questi stati di coscienza è il frutto della Grazia, ossia dell’azione del Sé superiore, il quale interviene quando il sé inferiore è pronto a ‘cambiare orbita’, elevandolo di uno o più livelli energetici.
Sul secondo binario, il sé inferiore aumenta la propria conoscenza interiore, attraverso l’azione della consapevolezza applicata alle sue esperienze di vita. La crescita della conoscenza è il frutto della ricerca, della volontà, della dedizione del sé inferiore, della sua spinta verso l’evoluzione, della sua necessità di riconnettersi con ciò che è realmente, cioè il Sé superiore.
Quindi l’evoluzione della coscienza nell’uomo è il risultato di due forze ascensionali: una forza traente dovuta all’azione del Sé superiore, che, per così dire, ‘tira in alto’ quello inferiore facendogli fare un balzo in un’orbita maggiore, e una forza propulsiva dovuta all’azione del sé inferiore che cerca di allinearsi con la frequenza di quello superiore. Tale tentativo di sintonizzarsi con il Sé superiore crea l’opportunità per quello inferiore di stabilizzare la sua posizione nel nuovo livello energetico.
In pratica, ci sono due possibilità perché avvenga l’evoluzione individuale della coscienza, rappresentata dal passaggio definitivo in un’orbita maggiore:
- Il sé inferiore aumenta il livello di conoscenza fino al momento in cui il Sé superiore decide che è pronto ad elevarsi; così, attraverso varie sincronicità indotte nell’esperienza di vita, quest’ultimo crea un ‘salto quantico’ in cui il sé inferiore si trova proiettato, da un momento all’altro, in uno stato di coscienza superiore. La conoscenza accumulata, a questo punto, diventa determinante nello svolgimento di un’azione stabilizzatrice che può o meno riuscire a trattenere il sé inferiore nella nuova orbita. Quando il sé è approdato stabilmente ad un nuovo e più alto livello energetico, si è formata una maggiore consapevolezza, che è rappresentativa di un’avvenuta evoluzione della coscienza sul piano individuale.
- È raro. Succede quando il sé inferiore si trova in uno stato di vuoto, di ricettività, spesso di crisi esistenziale: uno stato in cui fattori inerziali legati al mantenimento dello stato stesso, sono per così dire, allentati, hanno perso la loro presa, le sue convinzioni sono cadute, il dubbio si è insinuato nelle sue credenze togliendo loro potere; insomma il soggetto si trova disallineato con il Sé superiore ma ha preso consapevolezza del suo stato. La richiesta di tornare in equilibrio con tutto ciò che è diviene a questo punto primaria per l’esistenza stessa, pressante, continua, inesorabile: il sé inferiore piange per la sua condizione, e, come un cucciolo, non smette di piangere fino all’arrivo della madre. Ed è così che il sé inferiore riceve la Grazia del Sé superiore e si trova proiettato in uno stato di coscienza espanso, per lo più vivendo tale ‘balzo quantico’ come un’esperienza mistica, le cui caratteristiche dipendono dalla propria soggettività. Questo stato tende per sua natura a permanere per un periodo di tempo variabile: di solito da qualche giorno a qualche settimana; poi, siccome non è stabilizzato dalla conoscenza, inizia a decrescere progressivamente, riportando il sé inferiore ai livelli energetici più bassi. In tal caso il sé inferiore sperimenta qualcosa che non comprende appieno: lo vive ma la sua mente non è ancora illuminata a quel livello e in cuor suo sente che può perdere tale stato di coscienza. Da una simile situazione nasce perciò l’opportunità di accrescere il proprio livello conoscitivo, fino al punto in cui la conoscenza riesce ad incontrare lo stato di coscienza e ad esserne illuminata. Qui, in questo punto, la coscienza si stabilizza e nascono la conoscenza interiore e la consapevolezza».
«Il sé inferiore è espressione del suo stesso grado di consapevolezza e in base a ciò è legato a fattori inerziali che tendono a tenerlo fermo nel livello energetico in cui si trova. Tali fattori sono: i programmi subconsci, le cariche emotive, le credenze, gli attaccamenti, l’azione eccessiva e disfunzionale della mente fisica, l’interpretazione parziale e distorta della realtà, e, in generale, il senso di separazione gli uni dagli altri e da tutto ciò che è.
La conoscenza vine illuminata, nel primo caso, dall’entrata nel nuovo stato di coscienza, cioè il sé inferiore sperimenta ciò che aveva compreso a livello intellettuale: ciò porta alla formazione della conoscenza interiore inerente quel certo tipo di esperienza.
Nel secondo caso, la conoscenza stabilizza il livello energetico quando lo incontra ad un determinato livello. Lo stato di coscienza che risulta stabilizzato è quello relativo al livello energetico in cui avviene detto incontro. Anche in questo caso, è possibile dire che stato di coscienza e conoscenza si legano ‘per illuminazione’, formando, come risultato della loro unione, conoscenza interiore e consapevolezza.
In fondo l’illuminazione stessa può essere ridotta concettualmente ad un cambio percettivo della realtà, a un alleggerimento dei parametri che definiscono la realtà stessa, con tutto quello che ne consegue in termini benefici di minor dispendio di energia mentale, psichica e fisica nel vivere semplicemente la vita senza voler stabilire come viverla».
Nota: Per ‘salto quantico’ s’intende, nel presente contesto, “un mutamento improvviso nella percezione della realtà, un cambiamento repentino della prospettiva“. Esso avviene quando ti accorgi che esiste anche un’altra prospettiva: l’oggetto della tua osservazione non cambia, la tua percezione invece sì.
I quattro livelli di coscienza
Facendo notare come le parole servano soltanto, in questo caso, a fornire una descrizione superficiale delle cose, possiamo molto grossolanamente suddividere lo sviluppo della consapevolezza nell’essere umano in quattro livelli:
- Al primo livello, quello più basso, abbiamo la coscienza comune, dominata da un sistema di credenze che regna pressoché totalmente nel subconscio e determinando, in accordo con le proprie convinzioni e schemi di pensiero, il nostro comportamento. Quindi io sono: il mio nome e cognome, la mia professione, il mio status sociale, quello che gli altri mi dicono che sono. Il libero arbitrio qui è il frutto delle nostre scelte morali, più che una vera e propria scelta. In pratica, si è ciò che si crede di essere in base ai feedback esteriori che ci arrivano attraverso i cinque sensi, e, in particolare, attraverso le interazioni sociali.
- Al secondo livello, abbiamo quello che comunemente è chiamato il risveglio, l’uscita dal dominio incontrastato del sistema di credenze-convinzioni-schemi di pensiero all’interno del funzionamento della mente fisica. È questo il livello in cui la persona risvegliata cerca di uscire sempre di più dalla gabbia mentale, entrando per lo più in un altro contenitore, stavolta di tipo spirituale. In realtà non si esce dalla gabbia mentale, ma si procede identificando alcuni programmi disfunzionali che non fanno lavorare la mente fisica in maniera appropriata. Si tratta, in pratica, di una sorta di purificazione mentale, benché la maggior parte della gente a questo livello tende a deprimere la mente, come se fosse lei ad essere disfunzionale, e questo è, ahimè, un grande equivoco. A tale livello abbiamo il libero arbitrio parzialmente consapevole.
- Al terzo livello abbiamo quella che ho chiamato illuminazione, che corrisponde all’uscita dal contenitore spirituale. Anche in questo livello continua la purificazione mentale, cioè vengono forniti alla mente nuovi e più efficienti strumenti di definizione della realtà personale. Restare dentro al contenitore spirituale non è più necessario, non si ha più bisogno di scambiare energie all’interno di un contenitore. Il libero arbitrio è qui quasi totalmente consapevole.
- Al quarto livello c’è la realizzazione di Dio, che ridefinisce totalmente l’essere nel suo contesto di vita. Tutto il sistema di credenze-convinzioni-schemi di pensiero viene progressivamente e velocemente ridefinito come diretta conseguenza dell’aver sperimentato l’identificazione col proprio centro psichico. E’ questo un evento potentissimo: si è pienamente liberi, in quanto si è in piena connessione col proprio Sé superiore, e si continua ad avere il libero arbitrio consapevole, pur paradossalmente non avendo altra scelta che essere se stessi. Faccio notare che il quarto livello è dominato da un sistema di credenze-convinzioni-schemi di pensiero proprio come il primo livello, ma con una sostanziale differenza: al primo livello il sistema è depotenziante e disfunzionale, mentre al quarto livello il sistema è potenziante ed efficiente.
Livelli di coscienza: alcune importanti precisazioni
Prima di tutto occorre capire che quello che intendo per ‘contenitore’ è un sistema di controllo, un’eggregora [forma-pensiero], un sistema conformato da regole o da principi. Le regole di convivenza sociale, basate sul giudizio di ciò che è giusto e sbagliato, sono ad esempio ciò che descrive la ‘scatola mentale’, mentre l’insieme di regole morali sulle quali si basa una religione forma ciò che descrive una ‘scatola spirituale’. In questo senso sto parlando di sistemi di controllo, cioè gruppi di persone che condividono le medesime idee e scambiano energia fra di loro, e fra sé e l’eggregora, traendone un mutuo senso di benessere attraverso l’illusione di appartenenza ad un gruppo, di inclusione nella società per condivisione degli stessi interessi.
Affermo che l’appartenenza ad un gruppo o a d una società è un’illusione poiché non vi è nulla da includere o da escludere. Tutto è Uno: non c’è realmente separazione fra gli individui, né da persona a persona, né da società a società. È un po’ come voler dividere le persone in bianchi, neri, asiatici, ecc.: ci sono tante razze solo in apparenza, in realtà esiste un’unica razza, quella umana. Così come esiste un solo mondo e non due o tre o quattro. Tale separazione è del tutto illusoria.
Vorrei chiarire adesso cosa intendo per risveglio. Vi sono molte persone nel mondo che sono state definite risvegliate, ma hanno caratteristiche diversissime fra di loro, così tanto da rendere il termine piuttosto ambiguo, specialmente per coloro che non considerano le cose in termini di gradazioni. Ci sono infatti molte gradazioni di risveglio, in base a caratteristiche del tutto personali. Quello che però più conta capire è che il risveglio è di fatto una sintonizzazione su una frequenza precisa, caratterizzata da una attività mentale ridotta ed una aumentata disponibilità ad aprirsi in ambiti spirituali. La persona risvegliata, naturalmente in base al proprio grado di risveglio, si sposta gradualmente dai valori morali identificativi della società ai valori propri del sistema spirituale in cui entra. E’ questo il livello in cui la persona cerca Dio fuori di se stesso, rapportandosi con la propria idea di sacro, attraverso idoli e cerimonie, dando così il proprio contributo energetico all’eggregora spirituale di cui è entrato a far parte. Sul piano collettivo è il livello più importante, perché permette alla coscienza di spostare il proprio asse da puro egocentrismo verso la progressiva scoperta del senso di unità, permettendo di fatto la salvezza del pianeta, che altrimenti andrebbe sicuramente distrutto. La caratteristica saliente della persona risvegliata è una maggiore accettazione di sé, dovuta ad un inizio di integrazione delle sue parti oscure, e, in allineamento col sistema di controllo spirituale, un comportamento orientato più positivamente, verso il servizio o almeno il rispetto degli altri.
L’illuminazione è il terzo livello, cioè la fuoriuscita anche dal sistema di controllo spirituale: l’anima è consapevole di se stessa e grida perché vuole la libertà, non vuole più stare dentro ad una scatola, a prescindere dalla sua natura. Ma l’essere, a questo stadio, non è ancora pienamente consapevole della sua anima o, per essere più precisi, non è ancora consapevole di essere l’anima. Così, spesso, l’illuminazione è preceduta da un periodo di profonda crisi spirituale: non ci si riconosce più nel ‘contenitore spirituale’, si percepisce un profondo malessere interiore, ma non si ha il coraggio di uscire dal contenitore. Le sincronicità create dal Sé superiore, ad un certo punto, taglieranno la testa al toro e la persona si troverà improvvisamente a sperimentare il senso della vera libertà: non si ha più bisogno di scambiare energia con nessuno all’interno di un sistema di controllo, non si ha più bisogno di condividere qualcosa, ci si sente perennemente inclusi nel Tutto e non si ha più necessità di sentirsi inclusi in un gruppo. La caratteristica saliente della persona illuminata è l’accettazione della propria parte oscura, che viene ad essere maggiormente integrata nella propria idea di sé.
Il quarto livello è la realizzazione di Dio, cioè il risultato di una esperienza mistica in cui l’essere inferiore si unisce col proprio centro psichico, col Sé superiore. Il tempo e lo spazio collassano; tutti i personaggi che costituiscono la nostra mutevole personalità improvvisamente cadono, lasciando in piedi solo la nostra vera essenza: l’anima. Questo tipo di esperienza è soggettivo, perciò è improprio parlare della realizzazione di Dio: occorre invece parlare di una realizzazione di Dio … e questa precisazione vale anche per le parole risveglio e illuminazione. Progressivamente, l’essere subisce una forte accelerazione di tutti i processi di evoluzione della coscienza. C’è una purificazione della parte mentale, che diventa sempre più chiara e funzionale, si attivano facoltà intuitive, la consapevolezza aumenta ad una velocità mai sperimentata prima.
Livelli di coscienza e ‘contenitori’: ulteriori chiarimenti
Domanda: «E in tutte queste tappe, la conoscenza serve sempre come elemento stabilizzante?».
Paghahayag: «La conoscenza deve sempre essere intesa come elemento stabilizzante. Ciononostante, l’essere può passare dal primo al secondo livello, ovvero risvegliarsi, anche con una conoscenza estremamente ridotta. In questo caso però è necessario l’apporto di un altro elemento stabilizzante, comunemente chiamato nelle diverse tradizioni spirituali: Grazia, Benedizione, Diksha, ecc. La Grazia, distribuita dal maestro spirituale, grazie al raggiungimento di un elevato stato di coscienza, è di fatto un tipo di energia con una specifica frequenza che tende ad avere un effetto stabilizzante su uno stato di risveglio che altrimenti risulterebbe transitorio. Il pregio di questo strumento è di essere altamente funzionale per finalità di tipo collettivo, in quanto la conoscenza è praticamente impossibile da diffondere in maniera uniforme alla collettività, mentre l’energia, in questa forma, è facilmente accessibile tramite la sintonizzazione con mudra, riti o cerimoniali, o molto più semplicemente col pensiero rivolto al maestro. Il limite di questo strumento è che opera una stabilizzazione dello stato di risveglio solo fino a che permane la sintonizzazione, almeno periodica, della persona, all’interno del contenitore».
Domanda: “Quindi ci sono due sistemi di controllo?”
Paghahayag: «I sistemi di controllo in realtà sono tre: il mentale, lo spirituale e il biochimico. Dei primi due abbiamo già parlato. Il terzo è un sistema di controllo a livello potenziale, nel senso che il controllo può essere esercitato sulla persona da parte della società, ma ciò dipende molto dal contesto. È un sistema fisso, in quanto si basa sul fatto che l’entità si trova legata a un corpo fisico, il quale risponde ad un funzionamento basato sulla biochimica. Tuttavia il fattore più rilevante è costituito dall’insieme delle convinzioni con cui nasce la persona.
Abbiamo già parlato del sistema di credenze-convinzioni-schemi di pensiero che determina la nostra maniera di sperimentare la realtà sul piano fisico. Le convinzioni, in particolare, rappresentano l’insieme di quelle credenze fondamentali che servono fin dalla nascita per definire la realtà in cui ci si trova ad esistere: sono credenze primarie, le più solide ad ancorate profondamente nel subconscio. Ad esempio, una convinzione di base è che senza alimentarsi non si possa sopravvivere. La diretta conseguenza di tal modo di definire la realtà fa sì che un bambino appena nato, pur senza ancora aver avuto la possibilità di assimilare credenze dal mondo esterno, muoia se lasciato senza cibo. Capisci che in questo senso le convinzioni sono fondamentali e sono strettamente correlate alla biochimica, al funzionamento cioè del corpo fisico …».
Domanda: «Come e quando entrano le convinzioni nel subconscio?».
Paghahayag: «Succede per lo più durante la gestazione e le informazioni vengono prese direttamente dall’ambiente esterno, usando la madre come tramite. In altre parole immagina un bambino che nasce in un ambiente dove vi è abbondanza di cibo ed un altro bambino che nasce in un ambiente dove invece vi sia carenza di cibo: il primo riceverà, attraverso la madre, informazioni rispetto all’ambiente in cui nascerà del tipo “abbondanza di cibo”, mentre il secondo riceverà informazioni di carenza. Ora, il risultato di tale imprinting sarà che il primo bambino chiederà molto cibo , mentre il secondo ne chiederà poco».
Domanda: «Chi ha avuto la realizzazione di Dio, dato che approda al quarto livello, si libera anche dal sistema di controllo biochimico, oltre che dai primi due?».
Paghahayag: «Non subito. Quello che succede è che la persona subisce una forte accelerazione di tutti i processi catalitici che portano ad esperienziare quello che ancora rimane da integrare nell’essere. Vengono quindi forniti tutti gli strumenti affinché si realizzi più velocemente possibile una stabilizzazione energetica dello psichico nel fisico, Quindi per rispondere alla tua domanda, la realizzazione di Dio dona la possibilità di uscire consapevolmente anche dal sistema di controllo biochimico, in tempi e modi ampiamente soggettivi».
Domanda: «Non c’è un sistema di controllo psichico?».
Paghahayag: «C’è, ma non lo si può paragonare agli altri tre. Attraverso il mentale, le masse possono essere facilmente distratte; attraverso lo spirituale le masse possono essere condotte a fare le ‘guerre sante’; attraverso il biochimico le masse possono essere portate a lavorare sempre di più, per sopravvivere, in quanto alimentarsi è un necessità. Lo psichico invece è un sistema che può essere controllato soltanto dal Sé superiore, a sua volta collegato alla Fonte Suprema, quindi il fine è positivo anziché negativo, e individuale anziché collettivo».
Domanda: «Ben venga, allora, il sistema di controllo psichico …».
Paghahayag: «Ben venga!».
Tratto dal libro di Derren Fox: “Rivelazione – 21 giorni nella verità”, disponibile su Amazon.
Per contatti con l’Autore: paghahayag@gmail.com
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