O.M. Aïvanhov: pensiero del giorno, 2 aprile

Aïvanhov: Pensiero del 2 aprile

«Durante l’ultima cena con i suoi discepoli, Gesù si alzò da tavola per lavare loro i piedi. Pietro cominciò a protestare: come poteva lasciarsi lavare i piedi dal suo Maestro? Ma di fronte all’insistenza di Gesù, accettò e gli chiese anche che gli lavasse le mani e la testa. Ma Gesù rispose: «Chi è lavato, ha bisogno solo di lavarsi i piedi per essere interamente puro».
Essendo i piedi la parte più a contatto con la terra, essi rappresentano il piano fisico. Ora, il piano fisico è sempre più o meno in relazione con il mondo sotterraneo, gli inferi. I piedi simboleggiano dunque il punto attraverso il quale l’essere umano è maggiormente esposto agli attacchi del male. Questa idea la si ritrova nell’Iliade di Omero, con la storia di Achille: alla sua nascita, la madre, Teti, lo aveva immerso nella acque dello Stige per renderlo invulnerabile. Ma avendolo tenuto per i talloni, questa parte del piede non era stata bagnata, e Achille morì durante la guerra di Troia per una freccia avvelenata che ricevette proprio nel tallone. Capite ora il senso del gesto e delle parole di Gesù: «Chi è lavato, ha bisogno solo di lavarsi i piedi per essere interamente puro». Essendo i piedi il simbolo del piano più materiale, avere i piedi lavati rappresenta anche, simbolicamente, aver portato a termine la purificazione».

Omraam Mikhaël Aïvanhov

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Omraam Mikhaël Aïvanhov nasce il 31 gennaio 1900 a Serbzy, in una famiglia povera di un piccolo villaggio della Macedonia ai piedi della Babouna Planina. Il suo nome originario è Michael Ivanoff. L’ambiente nel quale trascorre la sua infanzia è estremamente difficile in quanto la Macedonia, dominata dagli ottomani, è afflitta da continue lotte condotte dai popoli vicini. Anche le condizioni famigliari sono difficili. Ancora bambino, Mikhaël ha una forte attrazione per i libri spirituali dei quali viene in possesso fin da bambino: il Vangelo di S. Giovanni, il Libro dei Proverbi di Salomone, la Genesi. Gesù rappresenta una grande fonte di ispirazione per i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Diventa un frequentatore assiduo delle biblioteche presso le quali trova, malgrado le difficoltà socio-politiche della Bulgaria, i classici di tutte le grandi religioni… legge tra gli altri, i libri di Steiner, della Blavatsky, di Spinoza e Paracelso. All’eta di 13 anni scopre, tramite la lettura di alcuni libri, il Budda, i Maestri induisti, le tecniche yoga di respirazione di Ramacharaka sulle quali si concentra in modo particolarmente assiduo. Aïvanhov già da bambino è animato da uno straordinario desiderio di perfezionamento, da un ideale elevato di aiutare l’umanità, e da un bisogno profondo di raggiungere la piena conoscenza delle cose e ciò lo induce a dedicare molto tempo alle letture e agli esercizi spirituali. E’ attratto fortemente dalla ricerca concreta del mondo spirituale e delle facoltà nascoste dell’uomo. Sperimenta le tecniche di concentrazione, la forza del pensiero, il contatto interiore con il mondo invisibile, studia la luce, i suoi effetti sul prisma e i colori che ne derivano. Una straordinaria intuizione quindi gli consente di cogliere e presagire i legami tra i fenomeni fisici e quelli spirituali. Ma è ancora troppo giovane. Dirà in una conferenza «… mi ero lanciato perdutamente in certi esercizi di yoga, di respirazione, di concentrazione erano notti e giorni di studio, di digiuno, di meditazione». Questa esperienza che Aïvanhov ha vissuto in modo cosi intenso nell’età giovanile, in realtà, sotto forme più tenui, si verifica per tutti gli uomini. Tutti noi, infatti, ci troviamo di fronte a delle scelte, siamo indotti nella vita a compiere scelte di valori e talvolta non ne siamo consapevoli e ne sottovalutiamo le conseguenze. «Il Creatore ha lasciato la sua creatura libera; tocca quindi a lei capire la direzione da seguire per svilupparsi veramente. Mi chiederete: «Perché? Non sarebbe meglio che Dio si imponesse agli esseri umani e dettasse loro la condotta da seguire?» No, sono loro che devono impegnarsi per capire dov’è che risiede realmente il loro interesse; è compito loro rendersi conto del perché è meglio prendere una direzione o fare una scelta piuttosto che un’altra. Bisogna che ne siano veramente convinti. Cosa guadagnerebbero veramente se fossero spinti, contro la loro volontà, sul cammino del bene e della luce? Molto poco, e dovrebbero ogni volta ricominciare tutto daccapo. Il Creatore e gli spiriti celesti lasciano perciò libero l’uomo poiché sta a lui capire e sentire quale sia la strada migliore per sé»».

Bibliografia

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