I veri colori della luna

 

I VERI COLORI DELLA LUNA

Di che colore vi sembra la Luna osservata di notte?

La risposta sembrerebbe scontata: di un giallo pallido.

Prossima domanda: perché la Luna ci sembra di questo colore?

Risposta meno scontata, ma ancora semplice: perché riflettendo la luce del Sole, ci appare quindi dello stesso colore della nostra stella.

A questo punto vi chiedo: ma è proprio così? Possibile che la Luna rifletta perfettamente la luce del Sole senza modificarne affatto il colore?

La risposta adesso non è più ne banale, né semplice.

Nelle nostre esperienze quotidiane, sappiamo che un oggetto ci appare di un colore perché preferisce riflettere (meglio, diffondere) una certa lunghezza d’onda piuttosto che un’altra.

Le foglie degli alberi sono verdi perché diffondono meglio la radiazione verde piuttosto di quella blu o rossa.

Solamente un foglio bianco diffonde allo stesso modo tutti i colori di cui è composta la radiazione solare e ci appare quindi dello stesso colore della nostra stella.

Se la superficie della Luna ci sembra dello stesso colore del Sole, ne dobbiamo dedurre che la sua superficie diffonde allo stesso modo tutte le lunghezze d’onda, proprio come un foglio bianco (o grigio scuro).

In realtà in natura non esistono minerali che diffondono perfettamente allo stesso modo tutte le lunghezze d’onda. In parole diverse, ogni minerale o specie molecolare si presenta con una colorazione tipica.

Volete un esempio? Le distese di sabbia del deserto del Sahara sono più chiare delle rocce tipicamente rosse dei deserti australiani.

In effetti, se osserviamo la Terra dallo spazio, grazie ai satelliti, vediamo che la superficie cambia colore a seconda della composizione chimica.

Cosa possiamo dire allora per quanto riguarda la Luna? E’ possibile, osservando attentamente il colore, mettere in evidenza delle differenze introdotte dalla diversa composizione chimica del suolo (o meglio, dalle diverse abbondanze dei minerali?).

La risposta è affermativa, anche se i nostri occhi non hanno la sensibilità per osservare le tenui differenze di tonalità effettivamente presenti.

Fortunatamente è sufficiente una macchina fotografica applicata ad un telescopio e scattare immagini a colori.

A prima vista l’immagine riprodurrà quello che vede l’occhio, ma questa è solo una piccola parte del segnale raccolto dal nostro sensore digitale.

Correggendo la tonalità giallastra facendola diventare bianca e poi alzando di molto la saturazione dei colori, quello che otteniamo sono le vere tonalità del nostro satellite naturale, una mappa che ci dice come cambia la composizione chimica del suolo selenico.

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E’ molto difficile estrapolare dei dati quantitativi analizzando semplicemente il colore dell’immagine, ma ora possiamo dire che queste tonalità sicuramente dipendono dalle diverse abbondanze dei minerali in superficie.

Un esempio? Le zone tendenti al blu possiedono maggiori quantità di titanio e ferro, mentre quelle rosse sono povere di questi elementi.

La semplice tecnica che ci consente di riprendere i colori del suolo lunare si chiama mineral moon, termine inglese che significa letteralmente luna minerale, ed è alla portata di ogni reflex digitale ed un piccolo telescopio o un teleobiettivo. L’importante è eseguire scatti in modalità RAW (non in jpg) e mediarne almeno una ventina per ridurre il rumore residuo dell’immagine.

Fonte, facebook: 4 amici al bar (cambieranno il mondo)
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