Il lato oscuro della TAV. Le comunicazioni di Franco Marengo

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“Dolcino e Margherita, San Michele e la Sua Ley Line,
Val di Susa e la TAV”

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COMUNICAZIONE AL SAP
(Sindacato Autonomo di Polizia)

—– Original Message —–
From: leviedelvento@tiscali.it

Sent: Monday, July 25, 2011 10:12 PM

Subject: I: comunicazione al SAP

Con il medesimo scopo della mail precedente vi invito anche a inviare, se lo condividete, mail come questa al Sindacato Autonomo di Polizia, altro organismo che ritengo sia bene interrogare e aiutare a interrogarsi sul tema.
_franco_

—-Messaggio originale—-
Da: leviedelvento@tiscali.it
Data: 25/07/2011 21.30
A: <torino@sap-nazionale.org>
Ogg: comunicazione
Spett.le Sindacato Autonomo di Polizia

mi permetto di scriverVi pur senza essere un Vs iscritto e senza appartenere a nessuna delle Forze dell’Ordine, ma in qualità di cittadino preoccupato per l’immagine che le Forze dell’Ordine e la Polizia in modo particolare si stanno guadagnando presso l’opinione pubblica.

L’uso che viene fatto dei Vs agenti in Val Susa è quanto meno drammatico, e sintomatico di una deviazione dello Stato verso un’incapacità di dialogare con le parti sociali per arroccarsi a posizioni precostituite, difendendole dietro “carne da macello” che in questo caso rischiate di diventare voi stessi.

Non sono un black block (ammesso che ce ne siano così tanti in giro  come qualcuno sembra volerci far credere), nella mia vita ho fatto scelte di non violenza (anche se confesso che non è stato e non è sempre facile rispettarle di fronte alle provocazioni istituzionalizzate) e a suo tempo ho scelto l’obiezione di coscienza per motivi ideologici e spirituali.  Sui modi con cui verificare la veridicità delle mie credenziali non ho certo nulla da insegnarVi, ma ci tengo a sottolineare quanto -pur partendo da posizioni distanti dalle Vs. scelte di quotidianità- io sia seriamente preoccupato per il degrado in cui la politica sta rovinosamente precipitando e per le conseguenze che questa caduta ha nel portare con sé apparati dello Stato deputati a ben più nobili ed importanti scopi che non la tutela degli interessi sospetti di pochi (o forse non così pochi) politici, imprenditori e finanziatori spesso collusi con la mafia.

Quello che si sta giocando in Val Susa non è solo la realizzazione di un treno o il rispetto di un impegno preso con l’Europa ma è lo sviluppo della democrazia. Il ruolo che viene chiesto a Voi è di renderVi complici di un sopruso nel nome dell’obbedienza all’ordine di un potere superiore.

Ma io Vi chiedo di interrogarVi sul senso di quanto Vi vien chiesto e sullo spazio che, in quanto esseri umani, lasciate al rispetto dell’ordine che Vi arriva dalla Vs coscienza.

In Val Susa, nel 2005 a Venaus e in questi giorni a Chiomonte, ho visto poliziotti (e carabinieri e altre forze armate) aggredire e sparare su donne, anziani e famiglie; ho visto lacrimogeni al CS vietati in guerra e consentiti per sbaragliare reduci partigiani nati e cresciuti in quei paesini, ho visto allontanare con gli idranti persone disarmate che esercitavano il legittimo e democrativo diritto di dissenso in modo pacifico.

E ho sentito i comunicati stampa parlare in ogni occasione di infiltrati che era necessario colpire.

Ma in onestà con Voi stessi, con i Vs figli, credete veramente di agire tutto questo per la difesa della Nazione?

Forse qualcuno dei Vs ufficiali guadagnerà una promozione, forse qualcuno di Voi una medaglia, ma siete convinti che i Vs figli sarebbero fieri di Voi e di quella patacca di lamiera se sapessero che l’avete conquistata sul campo insanguinando anziani che potrebbero essere i Vs nonni o genitori?

O non credete forse che i Vs figli sarebbero davvero fieri di Voi se   sapessero che un giorno avete smesso di obbedire ad ordini ingiusti ma indiscussi, che non fanno di Voi tutori dell’Ordine ma macellai esasperati che sfogano la rabbia su chi meno può difendersi? Non credete che i Vs figli sarebbero davvero fieri di Voi se sapessero che ad un certo punto Vi siete veramente interrogati su come Vi stanno usando e avete avuto il coraggio di dire un NO?

In quanto Sindacato di Polizia credo siete l’organo più adatto a tutelare i Vs commilitoni, la loro reputazione e la loro immagine davanti alla Nazione e, pertanto, siete anche quello che mi sento di interrogare maggiormente.

Auspico che queste righe possano essere per Voi motivo di riflessione e Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete dare a questa questione e alla Vs capacità di guardare alla realtà con gli occhi  del Vs cuore anziché solo con quelli dei Vs superiori.

Vi saluto cordialmente nella speranza che possa esserci con qualcuno di Voi anche uno scambio di opinioni e di ascolto “di persona”.

_francomarengo_

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—– Original Message —–
From: leviedelvento@tiscali.it

Sent: Monday, July 25, 2011 9:39 PM
Subject: I: comunicazione a La Stampa

Vi inoltro la comunicazione che ho inviato alla redazione de La Stampa   invitandovi, se lo condividete, a fare altrettanto.

Credo sia sempre più importante “far sentire” la voce dell’opinione pubblica dissenziente in tutte le forme perché la forza della mistificazione   dell’informazione è tale e tanta da passare inosservata e rendersi pericolosa   quanto quello che vuole nascondere.

_franco_

—-Messaggio originale—-
Da:     leviedelvento@tiscali.it
Data: 25/07/2011 20.41
A: <stampaweb@lastampa.it>
Ogg:     comunicazione

Spett.le Redazione de La Stampa

Vi scrivo per segnalarVi il mio rammarico rispetto allo stile adottato dalla Vs testata in relazione alla vicenda TAV in Val Susa.

Le notizie riportate dal “giornalista” Massimo Numa si rivelano faziose, inesatte e volutamente parziali mentre lo spazio dedicato al dissenso, alla voce ed alle ragioni del movimento NO TAV è pressoché ridotto a un ritaglio “di dovere di cronaca”.

E’ evidente nelle pagine del Vs giornale che a monte la Vs redazione ha già fatto una scelta di campo indipendentemente dalle reali ragioni a sostegno o meno della realizzazione dell’opera.

L’informazione che diffondete è pertanto viziata e segnata dal rifiuto di affrontare i veri nodi della questione:

– tirar continuamente in ballo i black block serve ad alimentare la paura e permette di legittimare la militarizzazione di una valle, che invece è un’espressione tra le più indegne che uno Stato può agire verso i propri cittadini

– parlare di “cantiere” serve a far credere ai lettori che questo esista veramente, così non si rivela che si stanno spendendo soldi pubblici solo per costruire caserme, recinzioni di filo spinato, corridoi vigilati protetti da un numero di soldati alloggiati a nostre spese per presidiare un buco che non esiste

– parlare di “opera irrinunciabile” serve a costringerci ad accettarla per scontata mentre sarebbe più giusto nel mestiere del giornalista aiutare i lettori a chiedersi il perché delle cose che accadono ed aiutarli a capire se tali scelte abbano un senso o meno per la collettività.

E tutto questo mentre il sindaco Alemanno lamenta la mancanza di 2000 poliziotti a Roma per garantire l’ordine pubblico, mentre una finanziaria capestro ci offre solo il preludio di quanto la TAV costerà alle generazioni presenti e a venire.

Peccato che un giornale importante come il Vs si riveli di tale pochezza e riveli una così scarsa propensione al rispetto del mestiere giornalistico.

Vorrà dire che -come molti altri- cercherò le informazioni altrove, ma d’altronde: ricordo male o qualche tempo fa il soprannome del Vs giornale era “La Busiarda”?

Distinti saluti,
_francomarengo_

preghiera-andrea-pangos
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